COME SI RICONOSCE UN ATTACCO DI PANICO?

da | Apr 20, 2022 | Attacchi di panico

Nella mia esperienza clinica mi è capitato molto spesso di sentire dei pazienti che dicessero “Dottoressa, l’altro giorno ho avuto un attacco di panico!”. Quando poi andiamo ad indagare meglio che cosa è successo in quella situazione, arriviamo alla conclusione che quello che la persona ha esperito non era un vero e proprio attacco di panico.
Nel gergo comune, quando si parla di attacco di panico ci si riferisce a una sensazione di forte ansia in cui la persona sembra essere molto agitata e difficile da calmare. Ma l’attacco di panico non è soltanto questo perché nasconde dei meccanismi più profondi. Quindi, come si riconosce un attacco di panico? Scopriamolo insieme!

Come si riconosce un attacco di panico?

Il caso di Laura

Per imparare a riconoscere un attacco di panico, vorrei prima parlarti del caso di Laura, una ragazza di 25 anni che dopo un anno di lavoro e studio, decise di concedersi una vacanza con le sue amiche, come non faceva da tanto tempo.

Acquistarono un biglietto per l’aereo, per trascorrere una settimana a Londra. Laura era così felice di partire, anche perché era riuscita a pagarsi la vacanza con i suoi risparmi. Salì sull’aereo e si mise a sedere al posto che aveva prenotato.

All’improvviso, mentre si guardava intorno, iniziò a lamentare un senso di costrizione al torace, come se le mancasse l’aria e iniziò ad urlare “Non riesco a respirare!”. Le sue amiche preoccupate accorsero subito, cercando di calmarla. Laura era molto agitata, respirava affannosamente e il suo cuore batteva a mille. La sua mente sembrava essere annebbiata e riuscì a vedere soltanto la porta dalla quale era entrata. Si alzò barcollando e si diresse verso la porta, urtando contro gli altri passeggeri che stavano sistemando le valige. “Voglio scendere, non respiro!” continuava a ripetere.

Una volta scesa a terra, riprese a respirare e si calmò. Guardò da lontano l’aereo che decollava per raggiungere la sua amata Londra, mentre lei rimase lì a terra: adesso si sentiva al sicuro ma aveva dovuto rinunciare anche alla sua vacanza.

Modello cognitivo del panico

Adesso, cerchiamo di entrare nel dettaglio per capire meglio cosa è successo a Laura.

Quando Laura è salita sull’aereo e si è messa a sedere al suo posto, ha notato che intorno a lei c’erano molte persone, l’aereo era affollato e i sedili erano stretti e sarebbe dovuta stare 3 ore seduta senza la possibilità di muoversi liberamente. Questo è stato lo stimolo trigger dal quale è partito l’attacco di panico.

In questa circostanza, Laura ha percepito una minaccia e ha pensato “Oddio, non posso scappare”. Al solo pensiero di non poter fuggire ed essere costretta in una situazione angusta, ha provato una forte attivazione fisiologica: ha iniziato a percepire un senso di costrizione al torace, mancanza del respiro, tachicardia e tremori. A questo punto Laura ha interpretato queste sensazioni fisiche in modo catastrofico, pensando che sarebbe morta di asfissia.

Questa interpretazione catastrofica ha rinforzato la percezione di minaccia avuta inizialmente, portando Laura a scappare dall’aereo (evitamento) per mettersi in salvo. In genere, la persona crede che la fuga e l’evitamento li protegga dall’esito catastrofico temuto. In realtà sono deleteri perché impediscono alla persona di disconfermare le sue credenze catastrofiche, continuando a farle credere che ci sia qualcosa di pericoloso da cui proteggersi.

Qui di seguito ti propongo uno schema con il circolo vizioso del panico (Clark, 1988). È un modello che spiega come le persone che soffrono di attacchi di panico tendono a interpretare le proprie normali sensazioni corporee in modo catastrofico, pensando che queste possano portare a conseguenze pericolose come la morte, la pazzia, l’esclusione sociale, l’infarto, il soffocamento ecc.

Cosa è un attacco di panico?

Secondo la definizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), l’attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura e disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti (10 minuti) e che dura circa 20 minuti.

Per capire come si riconosce un attacco di panico, bisogna fare attenzione ai sintomi con cui si manifesta, che di solito sono almeno 4 tra i seguenti:

  • Palpitazioni, tachicardia, aritmia
  • Sudorazione
  • Tremori fini o grandi scosse
  • Dispnea o sensazione di soffocamento
  • Sensazione di asfissia
  • Dolore o fastidio al petto
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazioni di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
  • Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
  • Paura di perdere il controllo o di “impazzire”
  • Paura di morire

Nel caso in cui si presentassero meno di 4 sintomi, si parla di attacchi paucisintomatici.

Si parla di disturbo di panico quando la persona manifesta attacchi di panico ricorrenti e inaspettati che sono seguiti per almeno un mese da

  • Preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico
  • Preoccupazione sulle possibili conseguenze degli attacchi di panico
  • Significativo cambiamento del proprio comportamento correlato agli attacchi di panico (es. evitamento delle situazioni “pericolose”).

Non si effettua la diagnosi di disturbo di panico nel caso in cui l’attivazione fisiologica dipenda da una condizione medica generale, dall’uso o dall’astinenza da sostanze o da un altro disturbo mentale.

Cosa fare?

Adesso che hai imparato come si riconosce un attacco di panico, vorrei darti qualche consiglio utile da applicare nella tua vita quotidiana, nel caso in cui avessi un attacco di panico.

Innanzitutto, vorrei ricordarti che gli attacchi di panico non sono malattie mortali e non portano alla psicosi. Questi sono molto comuni nella popolazione generale.

Inoltre, non c’è niente di sbagliato nel provare determinate sensazioni corporee: tutti noi proviamo delle sensazioni legate all’arousal (attivazione fisiologica) perché i nostri corpi sono molto rumorosi! Soltanto chi interpreta in modo catastrofico queste sensazioni normali ha più rischio di sviluppare un disturbo di panico.  

Quindi, se ti capiterà di interpretare in modo catastrofico la tua sensazione di svenimento (“l’ansia mi farà collassare”), ricordati che in genere lo svenimento avviene quando c’è una drastica caduta della pressione sanguigna. Durante l’attacco di panico invece, c’è un’attivazione fisiologica che porta all’aumento della pressione sanguigna. Ciò è utile nel caso in cui dovessimo scappare da un pericolo. Quindi, durante l’attacco di panico non c’è la possibilità di svenire.

Se hai la sensazione di soffocare, ricordati che respirare è un’azione automatica e controllata dal cervello e che funziona indipendentemente da ciò che si fa o si pensa. Se cerchiamo a tutti i costi di controllare una funzione automatica come il respiro, ci imbattiamo in qualche difficoltà.

Nel caso in cui temessi che la tua tachicardia porti ad un arresto cardiaco, ricordati che durante un attacco di panico, il nostro cuore produce molta adrenalina. L’adrenalina aumenta il battito cardiaco per prepararci a fuggire da un pericolo. Quindi, durante un attacco di panico non c’è nessun rischio di incorrere in un arresto cardiaco.

Invece, nel caso in cui avessi la sensazione di perdere il controllo, ti posso assicurare che non stai diventando pazzo. Questa sensazione di derealizzazione si manifesta perché vuol dire che la nostra mente sta lavorando velocemente per individuare più facilmente le minacce e trovare le vie di fuga.

E tu, hai mai provato queste sensazioni? Come le hai gestite?

Se ti va di raccontarmi la tua esperienza, contattami!

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