DISTURBI ALIMENTARI

da | Dic 18, 2021 | Disturbi alimentari

COSA SONO, QUALI SONO E COME SI MANIFESTANO

COSA SONO

disturbi alimentari (o disturbi dell’alimentazione) sono dei disturbi psicologi che riguardano il comportamento alimentare poiché sono caratterizzati da comportamenti finalizzati al controllo del peso e del corpo e che comportano un danneggiamento della salute fisica e del funzionamento psicologico e sociale.

EPIDEMIOLOGIA

Tali disturbi insorgono soprattutto nell’età adolescenziale, tra i 12 e i 25 anni, poiché l’adolescente si trova a dover affrontare la sessualità e i cambiamenti del proprio corpo. Raramente possono insorgere in età prepuberale e dopo i 40 anni.

I disturbi alimentari colpiscono maggiormente le persone di sesso femminile, anche se tuttavia, i casi nel sesso maschile sono in aumento.

TIPI DI DISTURBI ALIMENTARI

All’interno del DSM-5 (2017), i principali disturbi del comportamento alimentare sono i seguenti:

  • Anoressia nervosa
  • Bulimia nervosa
  • Binge Eating

Tali disturbi sono caratterizzati da convinzioni disfunzionali che influenzano i livelli di autostima e che identificano il nucleo psicopatologico comune:

  1. Convinzioni distorte sul cibo e sull’alimentazione
  2. Convinzioni distorte sul peso
  3. Convinzioni distorte sulla forma del corpo
  4. Atteggiamenti autoprescrittivi riguardo al cibo.

L’Anoressia nervosa è caratterizzata dalla restrizione nell’assunzione di calorie che porta a un peso corporeo significativamente basso (BMI<18.5). La persona presenta una paura marcata di aumentare il peso o di diventare grassa e nella maggior parte dei casi c’è una mancanza di riconoscimento della gravità della condizione di sottopeso, tanto che la persona continua a percepirsi come “troppo grassa”, nonostante la sua eccessiva magrezza.

Esistono due sottotipi di anoressia, sulla base della modalità usata per perdere peso:  

  • Tipo con restrizioni: negli ultimi 3 mesi, la persona ha raggiunto la perdita di peso con la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva.
  • Tipo con abbuffate/condotte di eliminazione: negli ultimi 3 mesi, la persona ha presentato ricorrenti abbuffate o condotte di eliminazione (vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).

La Bulimia nervosa è caratterizzata dalla presenza di ricorrenti abbuffate che si manifestano almeno una volta a settimana per almeno 3 mesi.  

L’abbuffata è caratterizzato dai seguenti criteri: 

  1. Mangiare, in un determinato periodo di tempo una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili
  2. Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio.

Inoltre, in seguito all’abbuffata, la persona mette in atto inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso (vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno, attività fisica eccessiva).

Possiamo quindi affermare che l’anoressia e la bulimia nervosa sono due facce della stessa medaglia, poiché anche nell’anoressia ci possono essere le abbuffate. Ciò che differenzia questi due disturbi è principalmente il BMI: la persona che soffre di anoressia nervosa è chiaramente sottopeso, invece la persona che soffre di bulimia nervosa presenta un peso nella norma, tuttavia sono attivati i meccanismi di mantenimento tipici del disturbo alimentare.

Il Disturbo da Binge Eating è caratterizzata dalla presenza di ricorrenti abbuffate che si manifestano almeno una volta a settimana per almeno 3 mesi.  

Le abbuffate sono associate ad almeno 3 aspetti:

  1. Mangiare molto più rapidamente del normale
  2. Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni
  3. Mangiare grandi quantità di cibo anche se non si è affamati
  4. Mangiare da soli per evitare l’imbarazzo per quanto si sta mangiando
  5. Sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o in colpa dopo l’episodio.

Ciò che contraddistingue il Binge Eating dalla Bulimia nervosa è che in seguito all’abbuffata non sono messe in atto condotte compensatorie.

COME SI MANIFESTA E QUALI SONO I FATTORI DI MANTENIMENTO

Il nucleo centrale dei Disturbi alimentare è la valutazione eccessiva che la persona ha del corpo, del peso e dell’alimentazione: in genere, queste persone hanno un eccessivo senso del controllo nei propri ambiti di vita (sport, lavoro, scuola…) che si estende anche al controllo dell’alimentazione. Inoltre, poiché la persona ha interiorizzato l’ideale di magrezza, tende ad avere un controllo eccessivo anche sul peso e sulla forma del corpo e inizia a dare valore a se stessa sulla base del numero che compare sulla bilancia, minacciando così la propria autostima. Infatti, la perdita di peso viene considerata come una straordinaria conquista ed un segno di autodisciplina, mentre l’aumento del peso viene percepito come una sconfitta e una inaccettabile perdita della capacità di controllo.

Il risultato che porta questo processo è l’adozione di una dieta ferrea (restrizione alimentare) che a sua volta rinforza il controllo sui propri ambiti di vita ed in particolare il controllo dell’alimentazione, del peso e della forma del corpo.

Successivamente, subentrano anche altri processi che contribuiscono a mantenere il disturbo dell’alimentazione. Tra questi possono comparire episodi di abbuffate, alle quali segue un forte senso di colpa, che la persona cercherà di sopperire rinforzando la restrizione alimentare, facendo ulteriore attività fisica e/o usando condotte di compensazione (vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci).

Si verificano anche controlli del corpo (guardarsi spesso allo specchio, pesarsi eccessivamente sulla bilancia) che aumentano le preoccupazioni per le minime variazioni di peso e incoraggiano la dieta ferrea.

Spesso, insieme alla dieta ferrea, si presenta anche un esercizio fisico eccessivo e compulsivo che mantiene le preoccupazioni sulla forma del proprio corpo e sul controllo del peso. Esso si manifesta quando l’attività fisica viene svolta con intensità e frequenza eccessiva oppure in modo anomalo, tanto da inficiare qualsiasi altra attività della vita quotidiana.

Nel caso dell’anoressia, la dieta ferrea produce un altro sintomo, il basso peso (BMI<18), che a sua volta, causa la sindrome da malnutrizione, la quale attiva preoccupazioni sull’alimentazione, sul cibo e sul corpo, mantenendo il disturbo alimentare. La sindrome da malnutrizione si manifesta con

  • Problemi fisici: bradicardia, ipotensione, debolezza del tono muscolare, stipsi, dolori addominali, ipotermia, letargia o eccesso di energia, secchezza della cute, lanugo (una fine e soffice peluria) sul tronco, osteoporosi e fratture. Coloro che praticano il vomito autoindotto, si possono riscontrare anche erosioni dello smalto dentale, cicatrici o callosità sul dorso delle mani dovute allo sfregamento delle mani sui denti.
  • Problemi cognitivi: difficoltà di concentrazione, diminuzione del pensiero astratto, pensieri sul cibo.
  • Problemi emotivi: sbalzi del tono dell’umore, irritabilità, rabbia, ansia, depressione.
  • Problemi sociali: isolamento sociale, evitamento dell’esposizione del proprio corpo (piscina, mare), perdita di interessi.

In genere, i disturbi dell’alimentazione si insinuano gradualmente (infatti le prime fasi del disturbo vengono chiamate “luna di miele”) e le persone che ne soffrono tendono a rivolgersi allo psicologo solo quando i sintomi da malnutrizione sono già in fase avanzata, e quindi evidenti.

Bibliografia

La terapia cognitivo-comportamentale dei disturbi dell’alimentazione, di Christopher G. Fairburn, edizione italiana a cura di Alessandra Carrozza e Riccardo Dalle Grave, Erikson (2018)

Vincere le abbuffate: come superare il disturbo da binge eating, di Christopher G. Fairburb, edizione italiana a cura di Massimo Clerici e Antonios Dakanalis, Raffaello Cortina Editore (2014)

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