Come fare coming out e outing: premessa
In occasione dei vari Pride che in questo ultimo periodo sono stati organizzati nelle varie città italiane, vorrei poter dare anch’io un piccolo contributo. Ho deciso di scrivere questo articolo, per diffondere la conoscenza e per combattere l’omofobia sociale. A tu che stai leggendo, non importa se ti senti un uomo o una donna, né quale sia il tuo orientamento sessuale. A prescindere da chiunque tu sia, ti potrà essere utile conoscere le tappe che una persona LGBTQIA+ deve affrontare per fare coming out e outing. Se sei gay o lesbica, probabilmente ti ritroverai in quello che sto per raccontare. Nel caso in cui fossi etero, avrai anche tu la possibilità di capire come ci si può sentire “essere dall’altra parte”. Se non sai ancora in quale “categoria” collocarti, non ha importanza; datti il giusto tempo per poterti ascoltare e per poter divenire.
Prima di parlare di tutto ciò, facciamo un passo indietro…
Che cosa è il coming out?
Generalmente, il coming out avviene quando una persona decide di comunicare informazioni private relative a caratteristiche non direttamente osservabili (le proprie idee politiche e religiose, il background familiare, il proprio orientamento sessuale).
Parlando più specificatamente, il coming out consiste nel rivelare agli altri il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere. Quindi è un processo molto delicato che ha a che fare con lo sviluppo della propria identità sessuale e consiste nel
- Prendere consapevolezza della propria omosessualità
- Accettare di essere attratti da persone dello stesso sesso
- Comunicare agli altri la propria identità sessuale
- Apertura da parte dell’altro verso persone che dichiarano la propria identità sessuale.
Fare coming out può essere molto difficile dato che viviamo in una società eterosessista e eteronormativa. Infatti si dà per scontato che tutte le persone siano eterosessuali e che l’unica famiglia “normale” sia quella formata da uomo e donna che crescono dei figli.
Come pensi che si possa sentire una persona che sente di non rientrare in queste etichette? Diversa. Sbagliata. E si sente costretta a nascondere il proprio orientamento sessuale e i propri sentimenti per paura di essere discriminata e giudicata. Tutto ciò può incidere parecchio sul suo sviluppo sessuale e identitario, generando conseguenze terribili sulla sua salute psicofisica.
Che cosa è l’outing?
L’outing avviene quando terze persone rivelano l’identità sessuale di una persona LGBTQIA+. Ciò viene fatto privatamente o pubblicamente, senza che lei lo sappia o ne abbia dato il consenso.
Fare outing può essere molto dannoso. Infatti può essere vissuta come una forma di violenza, dato che non è la persona a decidere i propri tempi per “uscire allo scoperto”. Fare outing senza chiedere il consenso può aumentare i sentimenti di colpa e di vergogna e può portare al ritiro sociale, per proteggersi da eventuali discriminazioni.
Le fasi dello sviluppo dell’identità omosessuale (Cass, 1979)
Per quanto possa essere difficile e delicato fare coming out e outing, è necessario che la persona omosessuale arrivi ad esprimersi nella sua autenticità. Solo in questo modo potrà sentirsi libera di essere quello che è veramente.
Il coming out è quindi un viaggio di autoscoperta che termina con il ritrovare il proprio vero sé. È un percorso consapevole a cui la persona deve arrivare ben preparata per fronteggiare le eventuali conseguenze a cui potrebbe essere esposta, come il non essere compresa e essere rifiutata.
Qui di seguito vedremo le varie fasi che caratterizzano il coming out. Le fasi non necessariamente si susseguono nello stesso ordine in cui verranno presentate. Inoltre, durante il percorso potrebbe capitare di regredire alle fasi precedenti, in un continuo processo a spirale di crescita e accettazione.
1. La prima fase viene chiamata CONFUSIONE IDENTITARIA perché l’omosessuale prova una vasta gamma di emozioni come ansia, paura, vergogna, disperazione, curiosità, eccitazione e autenticità. È la fase in cui la persona si rende conto che i suoi pensieri, emozioni e comportamenti sono “diversi” e si domanda “Sono gay? Sono lesbica?”, mettendo in discussione la propria identità eterosessuale.
Questi dubbi possono nascere a prescindere dall’aver avuto o meno delle esperienze con persone dello stesso sesso. Talvolta, possono essere interpretate come degli eventi casuali o delle sperimentazioni, in quanto la persona rifiuta di considerarle come indicative della propria identità sessuale. In questo modo, viene però anche impedito l’intraprendimento di un percorso di formazione identitaria.
Alla fine dello stadio, la persona può aver accettato la possibilità di essere omosessuale oppure può considerarla ancora come inaccettabile.
2. La seconda fase è quella del CONFRONTO IDENTITARIO in cui la persona si domanda “Sono davvero gay o lesbica?”. La persona inizia a prendere più seriamente in considerazione l’idea di essere omosessuale. Cercherà di farsi chiarezza, confrontando l’identità sessuale adottata finora con la nuova identità omosessuale. Valuterà anche le conseguenze a cui andrebbe incontro se decidesse di usare la nuova identità.
In questa fase si riattivano le credenze sull’essere omosessuale, apprese durante l’adolescenza (es. “l’omosessualità è contro natura”, “essere omosessuali è una condizione patologica”, “i gay sono effemminati, alla moda e non amano il calcio”, “le lesbiche sono mascoline, non si truccano e non hanno istinto materno”).
3. La terza fase è quella della TOLLERANZA DELL’IDENTITA’ , in cui la persona omosessuale inizia a pensare “Io sono probabilmente gay o lesbica”. Inizia quindi ad accettare la possibilità di essere omosessuale. Questo lo porterà a confrontarsi con l’ambiente esterno: sperimenta relazioni, contatti fisici, ruoli sociali, soddisfazione di bisogni personali nelle comunità arcobaleno, senza rimanere solo.
4. La quarta fase è quella dell’ACCETTAZIONE IDENTITARIA in cui la persona “Accetta di essere gay o lesbica” e sperimenta positivamente la sua appartenenza alla popolazione LGBTQIA+.
La persona può percepire il contrasto tra il suo vissuto da omosessuale e i messaggi omofobici della società. Questo gli fa provare una forte emozione di rabbia e reagisce evitando le persone e gli ambienti che non concordano con la sua visione.
5. La quinta fase è quella dell’ORGOGLIO IDENTITARIO (“Sono orgoglioso di essere gay/lesbica”). Si può facilmente percepire il forte orgoglio di appartenere a una minoranza sessuale e la persona fa sentire con tutta la sua voce il desiderio di affermarsi nella popolazione LGBTQIA+. Infatti, riduce i contatti con le persone eterosessuali e diventa attivista, estremizzando la distinzione tra ingroup (omosessuali) e outgrpoup (eterosessuali). La persona è come se si trovasse in un’età adolescenziale dove prevale la ribellione e il desiderio di affermazione.
6. L’ultima fase è quella dell’INTERIORIZZAZIONE (“Io sono una persona gay/lesbica”). Qui scompare la dicotomia estrema “noi buoni VS loro cattivi”, realizzando che sia gli eterosessuali che gli omosessuali possono essere buoni e cattivi. Si riduce anche la partecipazione esclusiva all’ambiente omosessuale e la persona impara ad integrarsi in una più ampia gamma di esperienze.
Alla fine di questa fase si raggiunge la completa INTEGRAZIONE dell’identità sessuale con l’identità personale.
Come fare coming out e outing? Qualche suggerimento pratico
Riuscire a fare coming out richiede tempo e pazienza. Spesso ti sentirai confuso, indeciso e alternerai momenti in cui vorresti rimanere al sicuro chiuso nella tua zona di confort ad altri in cui vorresti sentirti libero senza più nasconderti agli occhi delle persone.
Quando deciderai di fare coming out, potrai usare la modalità che più gradisci: fare un discorso diretto, richiedere l’aiuto di una persona amica o del tuo terapeuta oppure scrivere una lettera.
Inizia a fare coming out alle persone che ti generano meno ansia per poi arrivare gradualmente a quelle di cui temi maggiormente il giudizio. Mano a mano che affronterai le persone una ad una, ti renderai conto che l’ansia riduce gradualmente. Ti sentirai più libero e meno timoroso… sentirai di essere semplicemente te stesso, come sei sempre stato. Più volte riuscirai a fare coming out, più possibilità avrai di dare forma e spazio alla tua identità che si sta espandendo. Questo favorirà la tua graduale uscita allo scoperto nei tuoi ambienti di vita.
Soprattutto, ricordati che NON SEI TU AD ESSERE SBAGLIATO. Non c’è niente di sbagliato nell’amare, in qualsiasi forma tu voglia. Talvolta è meglio essere odiati ed esclusi per quello che si è piuttosto che essere amati superficialmente per quello che non si è. Se non vieni accettato per quello che sei e per i tuoi sentimenti, il problema non è tuo. Il problema è la società eterosessista ed eteronormativa che cerca di ridurre in categorie normative i sentimenti del genere umano.
L’amore non è bianco o nero, l’amore è fatto di mille colori e sfumature!
Se anche tu hai ritrovato qualche pezzo di te in questo breve articolo, vorrei chiederti, in quale fase dello sviluppo senti di essere? Avresti voglia di fare outing e coming out? Com’è stata la tua esperienza di coming out? Se ti va di raccontarmela, scrivimi!