Cosa sono i Disturbi Ossessivi Compulsivi
Avrei sicuramente sentito nominare il Disturbo Ossessivo Compulsivo – per gli amici, DOC- ma in questo articolo, vorrei usare il termine Disturbi Ossessivi Compulsivi, in quanto il DOC si può manifestare in vari modi e varie forme, che analizzeremo in seguito. Infatti, due persone che hanno ricevuto la stessa diagnosi, non avranno mai lo stesso funzionamento ossessivo-compulsivo. Per questo motivo, sarà importante fare un’accurata valutazione, prima di poter procedere con il trattamento.
Innanzitutto, proviamo a capire meglio che cosa sono i Disturbi Ossessivi-Compulsivi.
Disturbi ossessivi compulsivi: Le ossessioni
Nel gergo comune, il termine «ossessione» viene usato in modo generico per intendere una “fissazione” rispetto a un qualsiasi tema di pensiero ripetitivo e intrusivo. Si fa riferimento all’ossessione quando si pensa sempre al proprio partner (innamoramento), al peso e alle forme (come nei disturbi alimentari), si pensa di essere giudicato male dagli altri (come nella fobia sociale) ecc.
Nell’ambito clinico del DOC, le ossessioni sono dei pensieri, immagini o impulsi indesiderati e intrusivi, ovvero che compaiono nella mente in modo scollegato dal contesto e dallo stato mentale (sono fuori dal controllo) e spesso sono in contrasto con i valori della persona.
Le ossessioni sono in grado di generare molto fastidio, a tal punto da far sperimentare emozioni sgradevoli come ansia, disagio, disgusto, sensazione di non aver fatto le cose nel modo giusto (Not Just Right Experience o NJRE).
Le ossessioni possono essere confuse con le preoccupazioni: le preoccupazioni emergono in relazione a eventi negativi della vita quotidiana, che potrebbero accadere realmente (es. essere preoccupati per l’esito di un esame o per la propria salute). Invece le ossessioni non si riferiscono a rischi reali e sono prive di una base razionale, a tal punto da apparire addirittura eccessive.
Disturbi ossessivi compulsivi: Le compulsioni
Le compulsioni vengono considerati come dei rituali: possono essere
- Comportamenti ripetitivi (come lavarsi le mani, controllare, riordinare cose)
- Azioni mentali (come pregare, contare, ripetere delle formule mentalmente)
Che vengono messe in atto con lo scopo di ridurre l’ansia e il disagio che è stato generato dalle ossessioni, di cui abbiamo parlato sopra. Sono, quindi, un tentativo di controllare la propria ansia.
A lungo andare, le compulsioni diventano delle rigide e abituali regole di comportamento, che appaiono bizzarre e eccessive. Queste vengono eseguite in modo meticoloso e non possono essere interrotte né modificate nella loro sequenza.
Tipi di Disturbi Ossessivi Compulsivi
I Disturbi Ossessivi Compulsivi possono essere suddivisi in 4 categorie, sulla base del timore da cui la persona cerca di proteggersi.
Classe 1: Timore del danno
È il Disturbo Ossessivo Compulsivo caratterizzato dal timore di aver commesso un danno, a causa di disattenzione, mancanza o leggerezza. Di fronte a ciò, la persona prova un forte senso di colpa e timore di essere stata responsabile del danno:
- Timore di danneggiamento o smarrimento di oggetti, a prescindere dal valore dell’oggetto
- Timore di danneggiamento involontario di altre persone, dal punto di vista materiale o emotivo
- Timore superstizioso che accadano cose negative se non si seguono certe regole oppure se si pensano certe cose in certi momenti (es. “Devo riuscire a spengere la luce senza pensare a mio figlio, altrimenti muore”)
- Timore che possano accadere catastrofi (es. dimenticare porte e finestre aperte, elettrodomestici accesi).
- Timore di contagio di malattie, avvelenamento, intossicazione, danni per la salute propria e altrui.
Per rimediare a queste ossessioni, in genere, la persona mette in atto una serie di comportamenti quali
- Controllare cose come serrature, interruttori, il portafoglio ecc, più spesso di quanto sia necessario
- Controllare ripetutamente per rassicurarsi che qualcosa di negativo non sia accaduto
- Ripercorrere mentalmente gli eventi passati per essere sicuro di non aver sbagliato
- Bisogno di contare o di seguire un determinato rituale per impedire il verificarsi di danni
- Evitare le situazioni in cui potrebbe avere la responsabilità di un danno oppure delegare ad altri i compiti da svolgere, per non assumersi la responsabilità. Nel caso in cui la responsabilità del danno appartenesse ad altri, la persona non prova preoccupazione.
Classe 2: Timore di contaminazione
Le persone che rientrano in questa categoria hanno pensieri o sensazioni di essere contaminati per essere entrato in contatto con un certo oggetto o persona o per essere stato in un certo luogo (es. bagno) e ha pensieri riguardanti i germi, le malattie o la possibilità di diffondere la contaminazione.
Per cercare di sopperire questi pensieri e sensazioni utilizza alcune compulsioni quali
- Lavarsi le mani, utilizzare gel disinfettanti per le mani, farsi la doccia, cambiarsi gli abiti o pulire gli oggetti
- Seguire determinati rituali (es. in bagno o nel vestirsi)
- Evitare certe persone, oggetti o luoghi perché contaminati.
In particolare, all’interno di questa categoria bisogna distinguere due diversi tipi di contaminazione:
- Contaminazione da contatto: si tratta di una sensazione di sporcizia esterna che si manifesta quando la persona entra in contatto con una sostanza tangibile e contaminante, considerata sporca e pericolosa, dalla quale sente il bisogno di pulirsi. In genere, la persona cerca di rimediare a questa contaminazione lavandosi le mani, evitando le sostanze contaminanti o evitando i luoghi in cui potrebbe entrare in contatto con queste sostanze.
- Contaminazione mentale: si tratta di una sensazione di sporcizia interna di tipo morale. Questa sensazione nasce da pensieri, ricordi o immagini legate a situazioni traumatiche che hanno fatto sentire la persona “schifosa” da un punto di vista morale (abuso sessuale, contatti intimi non desiderati, aggressioni fisiche e verbali, umiliazioni). In questo caso, lo sporco non è localizzabile sul corpo e la sostanza contaminante non è nota né tangibile.
Classe 3: Pensieri/Impulsi moralmente inaccettabili
All’interno di questa categoria, la persona presenta dei pensieri spiacevoli a contenuto
- Sessuale, sessualmente perverso o incestuoso, omosessuale
- Pedofilico
- Blasfemo
- Aggressivo o di autolesionismo (c’è la paura di perdere il controllo e mettere in atto l’azione aggressiva)
- Di tradimento verso il partner
- Sulla relazione e sul partner (focalizzarsi sui difetti del partner e domandarsi se sia la persona giusta)
Per neutralizzare questi pensieri e impulsi, la persona attua delle compulsioni quali
- Ripetere uno specifico rituale
- Eseguire mentalmente un’azione, come una preghiera
- Evitare persone, luoghi, situazioni o altri stimoli che attivano quel pensiero.
Classe 4: Preoccupazioni per la simmetria, la completezza e il bisogno che le cose siano fatte nel “modo giusto”
All’interno di questa categoria, possiamo elencare alcuni esempi quali
- Il bisogno di simmetria, uniformità, equilibrio o esattezza
- Sensazione che qualcosa non sia fatto proprio nel “modo giusto”
- Ripetere un rituale finché non ci sembra fatto proprio nel modo “giusto” o “armonioso”
- Contare cose senza senso (es. mattonelle, parole in una frase)
- Mettere le cose in ordine inutilmente
- Dover dire qualcosa ripetutamente nello stesso modo finché non ci sembra detta proprio nel “modo giusto”
Come gestire i Disturbi Ossessivi Compulsivi
Come si diceva all’inizio dell’articolo, esistono vari tipi di funzionamento dei Disturbi Ossessivi Compulsivi, quindi in questo paragrafo risulta difficile poter indicare un trattamento che vada bene per tutti.
Tuttavia, cercherò di darti qualche piccolo accorgimento, che possa esserti d’aiuto.
Esposizione e prevenzione della risposta (o ERP)
È una tecnica puramente comportamentale che consiste nell’esporsi allo stimolo ansiogeno, senza però mettere in atto i rituali compulsivi. Infatti, l’esecuzione dei rituali impedisce di stare a contatto con lo stimolo ansiogeno per un tempo sufficientemente lungo da poter diminuire l’ansia associata.
Un esempio, potrebbe essere quello di chiedere al paziente di toccare i soldi, fonte di germi, senza correre in bagno per lavarsi le mani.
In questa fase, sarà molto importante che anche i familiari si astengano dal mettere in atto i rituali richiesti dal paziente, per evitare il mantenimento del disturbo.
Tollerare l’ansia
L’ansia è una reazione fisiologica normale, utile per la nostra sopravvivenza. Quando compare un pensiero ossessivo e l’ansia ad esso associata, bisogna cercare di tollerarla, senza mettere in atto il comportamento compulsivo che la ridurrebbe.
Ricordati che l’ansia è come un’onda che raggiunge un picco e poi diminuirà lentamente; si tratta solamente di aspettare! Per gestire l’ansia, ti propongo l’esercizio del Respiro calmante.
Tollerare il rischio
Bisogna accettare il fatto che c’è una dose di probabilità che possano accadere eventi spiacevoli nella vita e che non possono essere evitati. Lo scopo della terapia, infatti, non è quello di non avere più paura o di avere strumenti per tranquillizzarsi, ma bensì imparare a convivere con la consapevolezza che stiamo correndo un rischio.
Dare il giusto peso ai pensieri negativi
Le persone che soffrono di Disturbi Ossessivi Compulsivi credono che il fatto di avere dei pensieri negativi sia indice che qualcosa non vada bene, altrimenti non si manifesterebbero.
Bisogna ricordarci invece che preoccuparci è normale e che avere dei pensieri negativi non aumenta la probabilità che essi si realizzino! Se così fosse, passeremmo tutte le giornate a pensare di vincere al Superenalotto e a quest’ora saremmo tutti miliardari.
Se anche tu pensi di avere un funzionamento ossessivo compulsivo e questo articolo ti è stato utile, raccontami quali strategie hai provato ad utilizzare per gestire i tuoi pensieri e i tuoi comportamenti. A presto!